É beato l’ ,amico di Dio, con l’ anima in Friuli

ll 16 dicembre il cardinale argentino Eduardo Francisco Pironio e stato proclamato beato a Buenos Aires. Dolce e il suo ricordo in Friuli, dove in tanti hanno potuto godere della sua gioiosa testimonianza di fede e di vita.

Ha imparato le preghiere in friulano, la lingua della madre, e le sue lettere ai tanti amici in Friuli finivano sempre con Mandi di cur, ciao di cuore. Il cardinale Eduardo Francisco Pironio, «l’amico di Dio con l’anima in Friuli», ideatore, insieme a Giovan­ni Paolo II, delle prime Giornate mondiali della Gioventu, e stato beatificato sabato 16 dicembre nel santuario di Nostra Signora di Luján (Bue­nos Aires), chiesa dove nel 1943 era stato ordina­to sacerdote e dove e sepolto. Nella terra d’origi­ne dei suoi avi, tanto amata da Píronio, grande e stata la gioia e la commozione. «Abbiamo un amico beato!» si puo leggere in un cartello che e stato immediatamente affisso sul portone del­la chiesa parrocchiale di Percato (UD), il paese di origine della famiglia, quando dal Vaticano e giunta la notizia attesa da anni: il riconoscimen­to da parte di papa Francesco, di un miracolo avvenuto per intercessione del porporato. Era il dicembre 2006 e il fatto avvenne all’ospedale materno infantile di Mar del Plata: la guarigione di un bambino di un anno e mezzo intossicato dall’inalazione di porporina.

Sapeva fidarsi di Dio

La beatificazione e stata presieduta da! cardinale spagnolo Fernando Vérgez Álzaga, che per 23 an­ni e stato segretario di Pironio e che diverse vol­te lo ha accompagnato nelle sue visite in Friuli.

La piu recente visita in Friuli e stata in occa­sione di una celebrazione per il 25º dalla morte, nel febbraio 2023, proprio a Percato, paese dove prima di emigrare in Argentina, nacque e visse Giuseppe Pironio, assieme alla moglie Enrica Buttazzoni, originaria di Camino di Buttrio (UD).
Al paese delle sue origini il cardinale era af­fezionatissimo. Ci tornava ogni anno e si era fatto tanti amici, dal 1993 costituitisi in un ve­ro e proprio gruppo, gli «Amici del card. Piro­nio» appunto, che ancora esiste. A Percato l’ex segretario, Vérgez Álzaga, e ancora per tutti semplicemente «padre Fernando» e sono tan­tissimi coloro che ricordano le frequenti visite di Pironio, il suo sorriso, il buon umore, la sua capacita di gioire per il bene che vedeva in ogni persona e in ogni situazione. Lo stesso Álzaga, nel tratteggiare i tratti di tenerezza e la profonda spiritualita del cardinale «friulano» non trattiene la commozione: «Testimone di fede coraggiosa che sapeva fidarsi di Dio anche nei momenti difficili della prova», «innamorato della Vergine Maria», «amatissimo dai giova­ni, che a loro volta da lui si sentivano amati, rispettati e stimati», «grande testimone della gioia cristiana». Pironio «trattava tutti con ri­spetto, quasi con venerazione, e sapeva «assa­porare» la bellezza e la gioia dell’amicizia, come segno dell’amore di Dio per noi».

Sapeva fidarsi di Dio

Nato a Nueve de Julio, in Argentina, nel 1920, ultimogenito di 22 figli, il cardinal Pironio fu un importante esponente della Chiesa argentina, presidente del Consiglio episcopale per l’.Ameri­ca Latina e protagonista dell’opzione preferen

ziale per i poveri indicara dal concilio Vaticano II. Negli anni Settanta Paolo VI lo chiarno in Va­ticano (anche per salvarlo dalle minacce prove­nienti dagli ambienti militari che preparavano il golpe). Venne scelto come prefetto della Con­gregazione per i religiosi e creato cardinale nel 1976. Nel 1984 fu nominato da Giovanni Paolo II presidente del pontificio Consiglio per i laici e al fianco di Wojtyla si distinse, tra le altre cose, per l’organizzazione delle prime Giornate mondia­li della Gioventu (Manila 1995, foto a pagina 32; Santiago di Compostela 1989, foto a pagina 34). Ne! 1992 il card. Pironio fu a Udine proprio con il Papa per il grandioso incontro con 20 mila gio­vani, in piazza Primo Maggio (foto in basso).
La biografia ufficiale curata da! Dicastero delle cause dei santi descrive Pironio come un pastare di straordinaria umilta, «paterno, mi­te, accogliente, fermo ma comprensivo». «Nel lavara dava importanza ai rapporti personalí. Per lui erano preminenti le relazioni umane: intessere amicizie e far crescere l’altro attra­verso l’incontro. Questa pedagogía, per i suoi detrattorí era una forma di debolezza, in realta costituiva la sua forza». La biografia uffi.ciale lo ricorda anche come «uomo di pace» che «sof­friva quando si trovava di fronte a conflittuali­ta». Ma «seppe assumere decisioni chiare, che persegul con impegno». «La speranza e la gioia furono i suoi tratti caratteristici, legati alla sua spiritualita mariana, propria del Magníficat».

La famiglia e le vacanze in Friuli

Pironio ebbe intensi rapporti non solo con la terra d’origine dei genitori, ma con l’intera realta ecclesiale friulana. Neglí ultimí dieci an­ni di vita volle trascorrere le ferie sempre nel­la localita montana di Ravascletto, in Camia, dove lo si ricorda parlare friulano, cantare le villotte che gli aveva insegnato sua madre, par­tecipare ai picnic con gli amici (e non di rado aiutarli a scaricare i furgoni e a servire a tavola!). «Gli abbiamo anche fatto una cappellina che lui chiamava «la mia cattedrale in montagna». Si e ínnamorato di questo luogo», racconta sulle pa­gine del settimanale della diocesi di Udine, «la Vita Cattolica», Rino Lestuzzi, responsabile del gruppo «Amici del card. Pironio».
«La vita e sempre un dístacco e una parten­za … Tomare a Percoto significa per me non solo

ritrovare parenti e amici, ma rivivere un gio­ioso pellegrinaggio alle sorgenti della mia vi­ta e della mía fede», scriveva lo stesso Pironio nell’introduzione al libro Emigrazione: signif¡cato di un ricordo di Alberto Picotti (1985), per molti anni curatore su questo giornale della rubrica «Testimonianze friulane». «Il bellissimo cam­panile di Percoto -continuava Pironio -mi ri­corda il pianto sereno di mio padre credente e forte, quando, partendo per !’Argentina, si vol­to a guardare per !’ultima valta il suo paese e la sua chiesa. Quella chiesa piena di tanti ricordi, di tante preghiere, di tante promesse! In quella chiesa fu battezzato! Non e da meravigliarsi che per me diventi un luogo particolarmente sacro quel battistero che io bacio con tanto amare e gratitudine ogni volta che torno a Percato; ivi ri­prendo forza e serenita per il mio ministero. .. ».
Dolcissimo e intenso e anche il legame del cardinale argentino con mamma Enrica. Dopo la nascita del primo figlio i medici avevano rac­comandato alla donna di non averne piu, pe­na il rischio della propria vita, ma essa confido nel Signare ed Eduardo Francisco fu !’ultimo di ventidue figli. «Una grande mamma: il cardina­le non perdeva occasione di ricordarla -scrive­va Alberto Picotti sulle pagine di questa rivista nel giugno 1998 -. Essa insegno ai suoi figlioli le prime preghiere in friulano, secando la sua for­mazione, e solo in seguito le appresero anche nella lingua ufficiale argentina. In una circostanza che mi vide assai vicino al cardinale in Friuli, egli ebbe a confidare testualmente: »L’a­nello vescovile che porto al dito racchiude, nella sua parte superiore, l’anello di mia madre, che mi ha lasciato in eredita l’antica fede cristiana e l’impegno di una missione da compiere»».

La malattia

Ammalatosi nel 1984, il cardinal Pironio mori a Roma il 5 febbraio 1998. «Non posso dimenti­care la serenita e la pace con cui egli ricevette la notízia della sua malattia: il momento in cui i dottori della clínica Toniolo di Bologna gli co­municarono la diagnosi di un tumore maligno – ricordava il cardinale Vergez Alzaga nel febbra­io 2023 a Percoto -. Era il 10 febbraio del 1984. Il cardinale rícevette la notizia con tranquillita.

Le visite a Castelmonte

ll cardinal Pironio pregava intensamente la Vergine di Castelmonte ed era molto Legato al nostro amato santuario, che visito ogni volta che poté. Quando venne a sapere del terremoto del 1976, volle partire al píü presto per il Fríuli per vede re di persona cos’era successo e per portare solidarieta a chi stava soffrendo. Al primo pellegrinaggio diocesano a piedi, all’indomani del sisma, c’eraanche lui accanto all’arcivescovo mons. Alfredo Battisti.

«La Vergine e stata tanto presente nella mía vita personale e nel mio ministero-scrisse nel suo testamento spirituale-. A Lei devo tutto. Confesso che La fecondita della mia parola la devo a Leí. Le mie grandi date, di croce e di gioia, sano sempre state date mariane».

Ringrazio i dottori e disse loro che, dopo Dio, si affidava alle loro maní. Quando si ritirarono dalla sua camera, mi diede un forte abbraccio e mi disse: «Quale gioia, quando mi dissero: An­drerno alla casa del Signare. E ora i miei piedi si ferrnano alle tue porte, Gerusalemrne!». «Offro la rnia vita per la Chiesa, per il Santo Padre e perla vita religiosa» … Per 14 anni convisse con il turnare. Anni in cui non risparmio né forze né irnpegno nell’esercizio del suo ministero. Non posso dimenticare un giomo, quando i dolori erano molto forti, in cui mi chiese di non per­mettere l’uso della morfina. «Voglio essere co­sciente della croce del Signore – mi disse – e poterla offrire perla Chiesa e il Santo Padre»»

«E il «nostro» cardinale»

Il volto sorridente del cardinale argentino che aveva sempre tempo per tutti e forse il ricor­do piu vivo nella memoria di chi ha incrociato in terra il suo cammino verso la santita. E in Friuli sono tanti a poter dire di aver avuto que­sto dono. In uno scritto consegnato ai fedeli per annunciare la notizia della beatificazione, mons. Luciano Nobile, arciprete della cattedra­le di Udine, ricorda un aneddoto significativo durante la celebrazione di una santa messa con il cardinal Pironio nel santuario della Ma­donna di Muris (Percoto). <<Al momento della comunione tutti andavano a riceverla dal car­dinale e percio la fila era lunga e il tempo si protraeva mentre io, accanto a lui, aspettavo che qualcuno venisse da me, almeno per edu­cazione. Ma visto che restavo li impalato con la particola in mano, dopo qualche minuto di attesa, riposi devotamente la particola nella pisside. Tra il mortificato e il divertito accennai un sorriso che tutti compresero, perché pro­voco altrettanti sorrisi sul volto dei fedeli che erano in fila davanti al cardinale, quasi per dir­mi: «Ma don Luciano, scusa sai, cosa pretendi? E i1 nostro cardinale!»». Ora il cardinal Pironio «e beato, in Paradiso – conclude mons. Nobi­le -. Lo possiamo pregare perché metta anche per noi una buona parola presso il Signore. Tra amici ci si aiuta».

La preghiera

ll cardinale Pironio e stato autore di testi spirituali di grande livello, tra i quali la preghiera Madre dei piccoli che proponiamo di seguito.
«Maria, madre dei poveri e dei piccoli, di quelli che non hanno nulla, che soffrono solitudine perché non trovan o comprensíone in nessuno.
Grazie per averci dato il Signare.
Ci sentiamo felici e col desiderio di contagiare molti di questa gioia. Di grídare agli uomini che si odian o che Dio e Padre e ci ama. Di gridare a quanti hanno paura: «Non temete». E a quelli che han no il cuore stanco: «Avantí che Dio ci accompagna».
Madre di chí e in cammino, come te, senza trovare accogllenza, ospitalita. lnsegnaci a essere poveri e piccoli. A non avere ambizioni. A uscire da noi stessi e a impegnarci, a essere i messaggeri della pace e della speranza.
Che l’amore viva al pasto della violenza. Che ci sia giustizia tra gli uominí e i popoli. Che nella verita, giustizia e amare nasca la vera pace di Cristo di cui come Chiesa siamo sacramento».

Publicaciones Similares

Deja una respuesta

Tu dirección de correo electrónico no será publicada. Los campos obligatorios están marcados con *